Malati di Alzheimer ricoverati in RSA – rette a carico del SSR e non dei parenti

Lo Studio fornisce assistenza ai parenti delle persone colpite dalla patologia di Alzheimer ricoverati in RSA, aiutandoli ad ottenere il rimborso dei costi sostenuti per la degenza dei propri cari.

Purtroppo le rette da sostenere per il ricovero in strutture specializzate adatte ad ospitare e a fornire assistenza ai malati di Alzheimer sono infatti molto alte e molto spesso le famiglie non riescono a sostenerle.
Ora quello che però non si sa è che i bisogni di un ospite affetto da Alzheimer o demenze correlate sono di natura prevalentemente sanitari e, di conseguenza, è giusto e doveroso che siano a carico dello Stato e del sistema sanitario nazionale.
Nel D.P.C.M. 12 gennaio 2017, la malattia di Alzheimer è inserita nell’Elenco delle malattie e condizioni croniche e invalidanti che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo (d.m. 329/99 e succ. mod.)

Non vi è pertanto ragione, giuridica e logica, per cui il cittadino debba farsi carico di oneri che non gli competono.

Si parla infatti di “malattia di Alzheimer”, quindi di una patologia naturalmente affidata alle cure e agli oneri del SSR, e non vi è ragione, giuridica e logica, per cui il cittadino debba farsi carico di oneri che non gli competono.

Conseguentemente le rette di ricovero in RSA degli utenti affetti da Alzheimer o demenze correlate devono essere corrisposte da ATS e non dalla parte privata che ha sottoscritto il contratto d’ingresso in RSA (a tal proposito, si precisa che l’impegno assunto dal sottoscrittore di provvedere al pagamento della retta giornaliera è nullo in quanto contrario a norme imperative di legge).

Sul punto vari precedenti giurisprudenziali (ex plurimis: Cass. civ., sez. I, 22-03-2012 n. 4558 e Cass. civ., sez. lav., 09-11-2016 n. 22776) hanno originato un indirizzo assolutamente prevalente: la retta relativa all’assistenza in R.S.A per i malati di Alzheimer è a integrale carico del Servizio Sanitario Regionale, e non dell’ospite.

I bisogni del soggetto affetto da Alzheimer sono infatti di natura prevalentemente sanitaria e nel caso in cui, oltre alle prestazioni socio assistenziali, siano erogate prestazioni sanitarie, l’attività va considerata comunque di rilievo sanitario e, pertanto, di competenza del Servizio Sanitario.

È quindi possibile chiedere la restituzione degli importi ingiustamente corrisposti alle RSA nel corso degli anni in cui il proprio parente è stato ricoverato presso la struttura.

A tal proposito lo Studio offre consulenza e assistenza ai parenti dei malati di Alzheimer al fine di far loro ottenere il rimborso di quanto ingiustamente corrisposto alle RSA.

A seguito dell’esame della documentazione (Contratto stipulato con la RSA; Fatture pagate; Certificato d’invalidità del paziente ecc…), lo Studio redigerà apposita diffida che verrà inviata alla ATS competente; Qualora la ATS non dovesse adempiere spontaneamente al pagamento del dovuto, si procederà con la redazione ed il deposito dell’atto giudiziario.

Il cliente non dovrà sostenere alcun costo, ad eccezione del contributo unificato (parametrato al valore del rimborso – valore dato dalla somma di tutte le fatture pagate alla RSA nel corso degli anni di ricovero – che si andrà a richiedere) necessario per l’instaurazione di qualsiasi controversia giudiziale e che andrà versato allo Stato al momento del deposito dell’atto giudiziario (e quindi solo nel caso in cui l’ATS non adempia spontaneamente a seguito della diffida) e del fondo spese (pari ad euro 300,00 oltre iva e cpa) che verrà versato allo Studio al momento del conferimento dell’incarico.